A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefan Schwoch, talent di Dazn ed ex calciatore di Napoli e Vivenza. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.

Schwoch: “Non è una domanda facile… Kvaratskhelia, inizialmente, ha sorpreso tutti per le sue grandi prestazioni. Tuttavia, chi fa gol riesce sempre ad essere decisivo”

Come si sente da Campione d’Italia?
“Mi sento benissimo! Abbiamo finalmente ufficializzato questo grande traguardo, anche se ne eravamo consapevoli ormai da tempo”
Kvaratskhelia o Osimhen, chi è stato più determinante in questo successo?
“Non è una domanda facile… Kvaratskhelia, inizialmente, ha sorpreso tutti per le sue grandi prestazioni. Tuttavia, chi fa gol riesce sempre ad essere decisivo. Osimhen ha dimostrato anche una leadership che il georgiano ancora non può vantare. L’attaccante nigeriano ha saputo trascinare il collettivo per gran parte della stagione, come fatto anche ieri nella sfida di Udine. Credo che il nigeriano sia una spanna sopra tutti per prestazioni e personalità espresse”

Schwoch: “Non è che Osimhen non avesse personalità, ma la esprimeva nel modo sbagliato, protestando con il direttore di gara o sbracciando in modo eccessivo”

Leadership che giova dell’assenza dei senatori?
“Non è che Osimhen non avesse personalità, ma la esprimeva nel modo sbagliato, protestando con il direttore di gara o sbracciando in modo eccessivo. In tal senso ritengo sia stato fondamentale Spalletti, che avrà aiutato il calciatore a comprendere come il leader debba esprimere la sua personalità nel modo giusto. Un compagno non dovrebbe mai avvertire uno sprono come un rimprovero, ed in tal senso abbiamo potuto vedere come Osimhen sia stato un supporto per i suoi compagni, anche e soprattutto nell’errore. È l’aspetto in cui il nigeriano credo sia cresciuto maggiormente”

Schwoch: “Ho sempre vissuto il calcio in questo modo, soprattutto per rispetto della società e di chi viene allo stadio. Il calcio è sacrifico”

Abnegazione virtù che unisce Osimhen e Schwoch?
“Ho sempre vissuto il calcio in questo modo, soprattutto per rispetto della società e di chi viene allo stadio. Il calcio è sacrifico. Non magari come chi lavora in fabbrica, ma un sacrificio mentale. Chi scende in campo è obbligato a dare tutto ed a non risparmiarsi mai. Non mi sarei mai perdonato se non avessi dato tutto per la squadra”

Schwoch: “Da giocatore no, sarebbe irriverente nei confronti dei calciatori azzurri. Tuttavia, lo sento mio da tifoso. Da quando ho vestito questa maglia mi sento un tifoso azzurro”

Sente anche un po’ suo questo tricolore?
“Da giocatore no, sarebbe irriverente nei confronti dei calciatori azzurri. Tuttavia, lo sento mio da tifoso. Da quando ho vestito questa maglia mi sento un tifoso azzurro. Per tutto l’affetto che il popolo partenopeo mi dimostra ogni volta che sono in città. Da Napoli ho ricevuto molto più di quanto abbia potuto dare io alla piazza. È un amore che non dimentichi. Solo chi ha giocato a Napoli può capire cosa si vive anche fuori dal terreno di gioco”
Cosa farebbe al posto di Spalletti nell’immediato futuro?
“Anzitutto mi godrei il successo di questa stagione. Inoltre, credo che Spalletti voglia avere la possibilità di continuare a lottare per questi obiettivi. Ciò non determina l’obbligo del successo, ma il poter essere messo nella condizione di lottare, anche nel prossimo anno, per il titolo

Francesca Pia Muscerino

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