A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giuseppe Ursino, ex direttore sportivo del Crotone. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.
Ursino: “Il problema, per noi italiani, non sono i Paesi arabi, ma le proprietà. Il vero problema è la Premier League, un torneo che ci mette in difficoltà. Quando gli inglesi vogliono un giocatore ci arrivano sicuramente”
Che mercato ci troviamo ad affrontare, dal punto di vista internazionale, con il mondo arabo ed i suoi investimenti?
“Il problema, per noi italiani, non sono i Paesi arabi, ma le proprietà. Il vero problema è la Premier League, un torneo che ci mette in difficoltà. Quando gli inglesi vogliono un giocatore ci arrivano sicuramente. Non solo Tonali, ma anche Lukaku e Koulibaly costituiscono emblematici esempi. Competere con squadre di Premier diviene, oltretutto, particolarmente proibitivo anche nelle competizioni internazionali. Sono più preoccupato per questa situazione piuttosto che per i campionati arabi dove, d’altronde, i giocatori vanno ormai a fine carriera”
Ursino: “Ricordo il Milan di Berlusconi, quando volevano vincere prendevano quel tipo di giocatori, senza mai cedere alle tentazioni di cessione, seppur vantaggiose. Se il Napoli, dunque, vuole vincere non può che puntare alla permanenza del nigeriano”
A 150 milioni crede che Osimhen debba andar via?
“Ricordo il Milan di Berlusconi, quando volevano vincere prendevano quel tipo di giocatori, senza mai cedere alle tentazioni di cessione, seppur vantaggiose. Se il Napoli, dunque, vuole vincere non può che puntare alla permanenza del nigeriano. Se dovesse, poi, riuscire a trionfare in Europa, il calciatore potrebbe essere ceduto anche il prossimo anno. Il Napoli, inoltre, ha un bilancio sanissimo. Non c’è assolutamente bisogno della vendita di Osimhen. L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla competitività finanziaria con le acquirenti, ma se si accontenta un po’ anche il calciatore allora, come credo, npon dovrebbero esserci problemi circa la sua permanenza”
Ursino: “Per me Kim è stato uno dei giocatori fondamentali. Quando mancava Kim, non dico fosse un altro Napoli, ma la squadra pareva essere in difficoltà in difesa. Credo che, continuando in questa politica, è fondamentale la bravura di un direttore e dello scouting”
Ritiene che la strategia di De Laurentiis, come nel caso di Kim, di cambiare ogni anno sia ottimale e fruttuosa?
“Per me Kim è stato uno dei giocatori fondamentali. Quando mancava Kim, non dico fosse un altro Napoli, ma la squadra pareva essere in difficoltà in difesa. Credo che, continuando in questa politica, è fondamentale la bravura di un direttore e dello scouting. In tal senso, a Napoli c’è gente davvero molto brava. Il merito, difatti, del mercato straordinario degli azzurri andrebbe riconosciuto a Giuntoli, così come a Micheli e Mantovani”
Con Giuntoli la Juventus potrebbe abbandonare la strategia dell’instant team e del parametro zero per sposare un approccio di crescita graduale?
“Il parametro zero è un’arma a doppio taglio, e non è assicurato il guadagno. Tuttavia, è difficile vedere un altro anno senza successi dei bianconeri. Sono sicuro che la prossima stagione i bianconeri costruiranno una squadra vincente e fortissima. D’altronde, Manna è un dirigente davvero bravo. Un conoscitore di calcio con cui ho avuto modo di lavorare anche in Svizzera”
Ursino: “In questa stagione ho visto dei giovani molto interessanti, anche se quello che mi ha colpito di più è Pafundi. È un tipo di giocatore moderno, mancino e rapido”
La permanenza di Allegri è, in tal senso, la scelta giusta?
“Per me, è uno dei migliori allenatori in Europa. Penso che, per quanto fatto quest’anno, sia un tecnico a cui vanno riconosciuti meriti importanti. È riuscito a qualificarsi in Champions e, soprattutto, ha lanciato giovani molto interessanti”
Qual è il giovane che maggiormente l’ha colpita in questa stagione?
“In questa stagione ho visto dei giovani molto interessanti, anche se quello che mi ha colpito di più è Pafundi. È un tipo di giocatore moderno, mancino e rapido. Anche Udogie e Ricci mi hanno fatto un’ottima impressione, così come Rovella che reputo già pronto a determinati livelli”
Quale sarà il suo futuro?
“Quest’anno è stato molto importante per me. Ho visto squadre particolari e tanti giocatori, ed ho compreso quanto il calcio sia cambiato. Continuerò ad aggiornarmi e visionare talenti”
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