A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico Di Carlo, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Vicenza, Lecce e Palermo. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Atalanta, Domenico Di Carlo: “È questo il lavoro che deve fare ogni società”

Ci sono analogie tra il Vicenza che sfiorò l’impresa in Coppa delle Coppe, contro il Chelsea, e questa Atalanta?
“Come continuità, per progetto, allenatore e squadra, direi di sì. Gasperini è a Bergamo da otto anni e, la continuità di un allenatore supportata da un progetto fa la differenza. Noi allenatori siamo contenti per un collega e, soprattutto, un amico che vince l’Europa League e si qualifica per la Champions… Chapeau! È questo il lavoro che deve fare ogni società”

Napoli, Domenico Di Carlo: ” Napoli deve ripartire da un tecnico e dovrà dargli il tempo necessario”

Gasperini può essere l’uomo giusto per ricostruire al Napoli?
“Quando uno crede nell’allenatore, deve dargli il tempo. Poi, è chiaro che, se un tecnico le perde tutte… Secondo me, il Napoli deve ripartire da un tecnico e dovrà dargli il tempo necessario. Tutti sanno che questa è stata una stagione con tanti errori da cui, però, si può ripartire e mettere a posto le cose. Arrivare tra le prime quattro è quel che si aspettano i tifosi e quel che attiene alla qualità di questa rosa. Gasperini, nella costruzione di una squadra con idee di gioco ben precise, ha bisogno di tempo e di una dirigenza che lo appoggi”

Napoli, Di Carlo: “La società si sta già muovendo”

È già tardi, per il Napoli, concludere la questione allenatore?
“Non credo. La società si sta già muovendo. È chiaro che si tratta di una scelta importante, soprattutto quest’anno, dopo tre cambi in panchina. Il club deve scegliere il migliore. Gasperini ha un gioco da vincente. Sul carattere, ognuno è fatto a modo suo. L’importante è che si portino risultati”
L’Atalanta ha puntato con maggiore decisione sulle competizioni internazionali? Il Napoli non è mai andato vicino ad un trionfo europeo.
“L’Atalanta ha trovato in Gasperini l’uomo per costruire quel che oggi ha realizzato. Senza una società solida, che lo supportasse anche nei momenti negativi, anche il Gasp non sarebbe riuscito a raggiungere i traguardi di oggi. Deve essere l’allenatore a gestire il gruppo, e non la società. Se non credi nell’allenatore, parliamo di tutt’altro. Il Napoli ha sfiorato grandi risultati nei passati anni ma, il prossimo anno, dovrà ripartire con scelte oculate”
Anche in Europa sembra diffondersi quella che era una tendenza tutta italiana, ovvero, la propensione a cambiare guida tecnica.
“Sono cambiate le società, è cambiato il mondo. I presidenti di una volta sono sempre meno. Stiamo andando incontro alla globalizzazione, anche alle società estere. Si fanno investimenti importanti e, dunque, si vuole diversificare anche la scelta sugli allenatori. Ciò comporta che, se non arriva subito il risultato, si tende a cambiare guida tecnica con maggiore frequenza. Ormai, ci sono tante figure attorno ad un allenatore, come il match analyst. Ci vogliono più figure per far crescere un giocatore giovane, e sono d’accordo. Bisogna essere bravi ad aspettarli, ma in Europa gli si concede l’opportunità di cui avrebbero bisogno”
Il calcio italiano può cominciare ad investire sui propri talenti?
“Oggi, tutte le squadre italiane stanno riuscendo ad arrivare in fondo alle competizioni europee. È fondamentale anche per la crescita dei giovani. Sotto questo aspetto siamo ancora in ritardo, ma miglioreremo nel futuro. Ci vorrà coraggio, come dimostrato dai giovani tecnici anche nell’approccio ad un tipo di calcio più propositivo”

 

a cura di Virginia Trapani

 

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